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Gli Stati membri chiedono all’UE di vietare i prodotti aromatizzati alla nicotina

Venerdì 21 giugno, Lussemburgo. Come già riportato da Clearing the Air, oggi si è tenuta una riunione del Consiglio dell’Unione Europea in cui si è discusso di un divieto sui prodotti aromatizzati alla nicotina, sostenuto da alcuni importanti Stati membri dell’UE. 

Il Consiglio dell’Unione Europea coordina le politiche degli Stati membri e lavora a stretto contatto con la Commissione Europea. Sebbene da questo evento non siano emerse proposte formali, è fondamentale riconoscere dove si sta sviluppando il consenso. La Commissione dell’Unione Europea partecipa a queste discussioni per individuare le politiche proposte che sono armonizzate tra gli Stati membri e per valutare il sostegno che avranno nel processo di regolamentazione formale.

Per cominciare, la Lettonia è stata invitata a presentare il suo documento “Un invito ad agire a livello europeo per proteggere i giovani dai danni causati dai nuovi prodotti a base di tabacco e nicotina”. Inoltre, è stato introdotto un secondo punto all’ordine del giorno che chiedeva una regolamentazione più severa del marketing online. Entrambe le proposte hanno ricevuto il sostegno di altri 12 Paesi.

Estonia, Irlanda, Slovenia, Lussemburgo e Malta hanno fornito ulteriori commenti sul primo punto. Il delegato lettone ha discusso la presunta possibilità di passare dalla nicotina al tabacco, nonostante questa teoria sia stata ripetutamente sfatata, con prove recenti che dimostrano chiaramente che i divieti di aromatizzazione aumentano il fumo di tabacco.

Uno dei contributi più degni di nota è stato quello della commissaria europea uscente, Stella Kyriakides, che ha condiviso le sue riflessioni sulla prospettiva della Commissione:

“Il nostro obiettivo politico è chiaro: realizzare l’ambizione del Piano europeo per la lotta contro il cancro di una generazione libera dal tabacco entro il 2040”.

Il tono delle sue osservazioni, insieme a quelle di altri delegati, ha suggerito che la salute degli attuali fumatori non è una preoccupazione primaria.

In particolare, i sostenitori più accesi di regolamenti restrittivi, come i divieti sugli aromi, provenivano da paesi con una legislazione locale già severa e, tuttavia, con un’alta prevalenza di fumatori. Paesi come l’Ungheria, l’Estonia e la Lettonia hanno chiesto restrizioni molto più severe, mettendo in mostra i propri aromi di liquido e i divieti di vendita.

La Danimarca ha preso l’iniziativa sul secondo punto all’ordine del giorno intitolato “Rafforzare gli sforzi per proteggere i bambini dal marketing diretto e dalla vendita di prodotti a base di tabacco e nicotina, in particolare sulle piattaforme digitali”, con il delegato che ha sottolineato la “necessità urgente di un’azione a livello UE, chiediamo un aggiornamento della TPD per fornire una regolamentazione molto più rigorosa dei prodotti a base di nicotina”. Il Commissario Stella Kyriakides ha fatto eco alle sue preoccupazioni: “Posso assicurarvi che non siamo rimasti passivi”.

Il delegato tedesco ha usato il suo tempo per spingere l’aggiunta del vaping alla legislazione antifumo, e in effetti molti dei commenti di supporto in questa sezione avevano poco a che fare con il marketing digitale, forse, come ha detto il Commissario, perché “quando si ha a che fare con società e influencer stranieri, far rispettare le regole (esistenti) è molto complesso”.

Seguiranno altre informazioni…

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