La Commissione europea ha impedito ai sindacati di commentare la sua proposta di vietare il vaping in tutti i luoghi pubblici. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE), l’organo consultivo dell’UE che rappresenta i sindacati e la società civile, aveva previsto di adottare un parere sulla proposta, ma la Commissione gli ha ordinato di annullarlo.
I documenti ottenuti da Clearing the Air rivelano che, subito dopo l’inizio della preparazione del parere, la Commissione si è mossa per bloccare i lavori del comitato e impedire il controllo dei lavoratori sulla proposta.
In un’e-mail visionata da Clearing the Air, un importante leader sindacale responsabile del parere della commissione ha dichiarato che il suo parere sulla proposta non era più necessario per la Commissione. In un altro scambio, il personale della commissione che sostiene il lavoro dei sindacati ha scritto che la tempistica prevista per l’adozione della proposta (cioè all’inizio di dicembre) non permetteva ai lavoratori di esprimere il proprio parere.
Inutile dire che la scadenza di dicembre era un obiettivo non ufficiale e arbitrario fissato dalla Commissione per concludere il processo il più rapidamente possibile. La Commissione non ha esitato ad affossare il parere e ad escludere i lavoratori dal dibattito, dimostrando la sua vera considerazione per le voci dei sindacati.
Ad accrescere la controversia c’è il fatto che i sindacati avevano già fornito il loro parere su una proposta simile, rivolta al fumo, nel 2009. Misteriosamente, il parere del 2009 è ora scomparso dal sito web in quella che sembra una bizzarra copertura.
Clearing the Air ha anche appreso che itentativi di ottenere i messaggi della Commissione al CESE, che hanno portato all’annullamento del parere, sono stati rifiutati. La mancanza di trasparenza non fa che alimentare ulteriori dubbi sulla proposta.
In effetti, quanto sopra si aggiunge alla lunga lista di controversie che circondano la proposta e che hanno portato il Parlamento europeo a respingerla completamente la scorsa settimana. A prescindere dal voto di domani, è sempre più evidente che gli sforzi della Commissione per mettere da parte le principali parti interessate e far passare la proposta senza un’adeguata consultazione o prove solide, hanno minato la sua legittimità.
