Cienti di svapatori spagnoli e proprietari di piccole aziende hanno realizzato una manifestazione di fronte al Ministerio de Sanidad il venerdì per protestare contro la legislazione prevista dal governo spagnolo per proibire i sabores nei prodotti di svapo.
La protesta si produce mentre il governo considera di avanzare con un decreto reale che proibisce le sabores nei vapes, tema che è stato oggetto di una consultazione pubblica il mese scorso.
Clearing the Air ha trattato ampiamente la proposta di proibizione: il nostro resoconto dello stato della situazione e dei prossimi passi è qui.
La manifestazione – che è stata organizzata congiuntamente da UPEV (piccole imprese) e ANESVAP (consumatori) – è stata organizzata per commemorare il Día Mundial Sin Tabaco e un giorno dopo il Día Mundial del Vapeo.
Ángeles Muntadas-Prim, presidente dell’ANESVAP, ha ricordato come si sono svolte le proteste:
“Qualsiasi intento di proibire qualcosa che ha salvato delle vite è inammissibile; e per questo motivo stiamo protestando”.
Muntadas-Prim è stato molto critico con i piani del governo: l’amministrazione di Sánchez ha abbandonato i piani di restaurare ancora di più le sigarette combustibili mentre insiste nel puntare su prodotti di nicotina più sicuri:
“È scandaloso eliminare l’empaquetado neutro e le imposte sulle sigarette del piano del governo per il fumo e concentrarsi esclusivamente sulla proibizione dei prodotti che hanno salvato la vita di oltre 700.000 fumatori in Spagna”, continua.
“Non ci sentiamo nessuno come settore. Siamo al centro di gravi accuse e mancanze di rispetto da parte di alti funzionari del Ministero, che ci stanno tacciando di essere ‘sussidiarie’ dell’industria del tabacco. Il Ministerio de Sanidad vuole che ci mettiamo a saccheggiare “il suo piano anti-tabacco”, per porre fine al nostro settore, ai nostri lavori e alla nostra forma di vita. È una situazione insopportabile e, per questo motivo, abbiamo bisogno di essere scagionati”, ha spiegato Arturo Ribes, presidente dell’UPEV.
Il settore dello svapo sostiene che l’equipaggiamento regolamentare potrebbe provocare la perdita di oltre 1.000 posti di lavoro e ridurre del 65% la produttività delle piccole e medie imprese (pymes) del settore. Queste cifre rappresentano una minaccia significativa per la redditività di numerose aziende e per i mezzi di sostentamento di migliaia di famiglie.
