La Svezia ha intensificato la sua opposizione ai divieti di sacchetti di nicotina proposti in Francia e Spagna, inviando lettere formali a entrambi i governi e definendo le misure “assurde”.
La corrispondenza, firmata dal ministro del commercio svedese Benjamin Dousa e datata 24 settembre, esorta Parigi e Madrid a riconsiderare le restrizioni, avvertendo che rischiano di violare le norme commerciali dell’UE e di penalizzare i turisti svedesi.
“Siamo molto preoccupati”, ha dichiarato Dousa all’Expressen. “È assurdo come se vietassimo le baguette francesi: il loro ministro del commercio sarebbe sul primo volo per Stoccolma”.
Le lettere rappresentano l’ultimo sforzo della Svezia per difendere il suo modello di riduzione del danno, che attribuisce alle buste di nicotina e ad altri prodotti antifumo il merito di aver portato il tasso di fumatori al livello più basso d’Europa.
Preoccupazioni per le sanzioni penali
La legge proposta dalla Francia, che dovrebbe entrare in vigore il 1° aprile 2026, vieterebbe la vendita e il possesso di sacchetti di nicotina, classificandoli come “sostanze velenose” ai sensi della legislazione sanitaria francese. Chiunque venga sorpreso in possesso di questi prodotti potrebbe rischiare multe fino a 375.000 euro e pene detentive fino a cinque anni.
Il progetto di legge della Spagna fisserebbe un limite di nicotina di 0,99 mg per sacchetto, una soglia che di fatto eliminerebbe la maggior parte dei prodotti dal mercato.
Nelle sue lettere, la Svezia ha affermato che le proposte francesi e spagnole “possono ostacolare tutte le esportazioni del prodotto” e “vietare la produzione, la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione e persino il possesso”. Il governo ha chiesto alla Francia di chiarire come le buste di nicotina provenienti da altri paesi dell’UE possano “transitare sul territorio francese senza restrizioni”.
Sebbene la Svezia abbia dichiarato di riconoscere le preoccupazioni dei Paesi in materia di salute pubblica, le lettere hanno avvertito che le misure vanno “oltre il necessario” e hanno sollecitato soluzioni “meno restrittive” in linea con i principi del mercato unico dell’UE.
Le obiezioni precedenti e la storia di successo della Svezia
La mossa segue il precedente “parere dettagliato” presentato dalla Svezia alla Commissione Europea a giugno, in cui si opponeva alla bozza di decreto della Francia, dopo aver già contestato la legislazione spagnola all’inizio dell’anno.
Le pene proposte dalla Francia sono tra le più severe d’Europa e superano quelle previste per il possesso di droghe illegali come l’eroina o la cocaina.
La Svezia sostiene che le buste di nicotina hanno giocato un ruolo fondamentale nel suo status di paese quasi libero dal fumo. Il tasso di fumo del paese è sceso sotto il 5%, rispetto al 25% circa della Francia.
Secondo Smoke Free Sweden, gli uomini svedesi hanno un tasso di mortalità per cancro ai polmoni inferiore del 61% rispetto alla media europea e la mortalità generale per cancro è inferiore del 34%.
“La Svezia deve essere applaudita per aver difeso il suo modello di riduzione del danno e per aver difeso i diritti dei consumatori adulti in tutta Europa”, ha dichiarato il Dr. Delon Human, leader di Smoke Free Sweden. “La loro continua difesa dimostra un impegno per la salute pubblica attraverso l’innovazione, non la proibizione”.
Dovresti essere in grado di portare una lattina in tasca’.
“Se sei un turista in Francia, dovrebbe essere ovvio che puoi portare con te la tua bomboletta di snus senza rischiare di essere punito”, ha dichiarato Dousa all’Expressen. “La legge francese criminalizza il semplice fatto di avere un sacchetto in tasca”.
Ha dichiarato a Svenska Magasinet che la Svezia è aperta alla regolamentazione, ma ritiene che i divieti proposti “vadano troppo oltre”, affermando che molte persone hanno smesso di fumare grazie all’uso di snus e sacchetti.
I prossimi passi
Le lettere della Svezia sono state inviate nell’ambito del processo TRIS dell’UE, che consente agli Stati membri di sollevare dubbi sulle leggi nazionali che potrebbero avere un impatto sul mercato interno. In caso di mancata soluzione, la Svezia potrebbe deferire i casi alla Commissione Europea o alla Corte di Giustizia Europea.
