- Una revisione sistematica rileva livelli di biomarcatori tossici e infiammatori costantemente più bassi nei consumatori di tabacco riscaldato rispetto ai fumatori
- Gli studi riportano un miglioramento comparabile o modesto della funzione respiratoria tra i consumatori di tabacco riscaldato
- I biomarcatori legati al rischio di cancro, allo stress ossidativo e all’affaticamento cardiovascolare sono stati ridotti in modo significativo
- Nessuno studio ha evidenziato esiti peggiori per i consumatori di tabacco riscaldato rispetto ai fumatori
Una nuova revisione sistematica e meta-analisi ha rilevato che i prodotti del tabacco riscaldati (HTP) sono associati a una minore esposizione a sostanze tossiche e a un miglioramento dei marcatori di salute rispetto alle sigarette tradizionali.
I risultati, pubblicati sul Cureus Journal of Medical Science, si aggiungono a un crescente numero di prove a sostegno della riduzione dei danni da tabacco.
La revisione ha valutato 20 studi e ha incluso una meta-analisi quantitativa di nove, basandosi su dati provenienti da studi clinici, studi trasversali, ricerche caso-controllo e indagini cellulari.
Gli studi hanno confrontato gli adulti che utilizzano tabacco riscaldato con quelli che fumano sigarette combustibili, esaminando risultati che vanno dalla funzione respiratoria all’esposizione alla nicotina, dall’infiammazione allo stress ossidativo e alla salute orale.
Gli HTP – dispositivi che riscaldano il tabacco lavorato anziché bruciarlo – producono aerosol con una quantità nettamente inferiore di sostanze tossiche derivate dalla combustione, un fattore che si riflette nei profili biologici tracciati negli studi.
Biomarcatori di esposizione costantemente più bassi
Uno dei risultati più evidenti dell’analisi è stata una chiara riduzione dell’esposizione alle sostanze tossiche tra i consumatori di tabacco riscaldato. Diversi studi hanno rilevato livelli nettamente inferiori di NNAL, una sostanza chimica cancerogena specifica del tabacco.
Anche i livelli di monossido di carbonio sono risultati costantemente più bassi, con studi controllati che hanno mostrato cali di oltre 10 parti per milione.
I biomarcatori infiammatori hanno seguito la stessa direzione. Misure come la proteina C-reattiva, l’IL-6 e il TNF-α sono risultate notevolmente ridotte nei consumatori di tabacco riscaldato, così come i marcatori dello stress ossidativo, tra cui
8-idrossi-2′-deossiguanosina e lattato deidrogenasi. L’insieme di questi risultati indica una riduzione dell’infiammazione sistemica e della tensione ossidativa.
Sebbene vi siano state variazioni tra gli studi, i risultati sono stati coerenti: nessuno ha riportato un’esposizione più elevata alle sostanze tossiche tra i consumatori di tabacco riscaldato e molti hanno mostrato riduzioni statisticamente significative.
Indicatori respiratori e cardiovascolari
I risultati respiratori sono stati generalmente positivi. Tre studi hanno riportato una funzione polmonare più elevata o simile – misurata dal volume espiratorio forzato in un secondo (FEV₁), un indicatore standard del funzionamento dei polmoni – nei consumatori di tabacco riscaldato rispetto ai fumatori.
Il risultato aggregato non è statisticamente significativo, ma la tendenza generale è a favore dei prodotti HTP, che riflettono una minore irritazione delle vie respiratorie in assenza di combustione.
Anche i marcatori metabolici e cardiovascolari si sono mossi in direzione favorevole. Uno studio ha riportato una riduzione del colesterolo LDL – spesso definito colesterolo “cattivo” – tra i consumatori di tabacco riscaldato. Un’altra ricerca ha riscontrato una riduzione dell’attività associata alla cicatrizzazione dei tessuti nelle cellule cardiache esposte a campioni di sangue dei consumatori di HTP.
Riduzione dell’esposizione alla nicotina e della dipendenza
I biomarcatori della nicotina, tra cui la cotinina salivare, erano costantemente più bassi nei gruppi HTP. Due studi a livello di popolazione hanno rilevato una riduzione dei punteggi di dipendenza da nicotina e un minor numero di giorni di consumo mensile tra i consumatori di tabacco riscaldato rispetto ai fumatori di sigarette.
Questi modelli comportamentali potrebbero riflettere differenze nella fornitura, nelle abitudini degli utenti o nel design del prodotto, anche se la revisione rileva che non è possibile stabilire la causalità.
Miglioramenti della salute orale
I risultati relativi alla salute orale hanno mostrato alcune delle maggiori differenze relative. Gli studi hanno riportato una riduzione sostanziale dello scolorimento dei denti e punteggi più bassi nell’indice di igiene orale tra gli utilizzatori di HTP, attribuiti in parte alle temperature più basse utilizzate e all’assenza di catrame.
Base di evidenza e limiti
Le valutazioni del rischio di pregiudizio hanno valutato gli studi randomizzati come generalmente a basso rischio, mentre gli studi osservazionali sono risultati più variabili, con alcune preoccupazioni legate alla confondibilità e alla classificazione dell’esposizione. Nonostante queste limitazioni, le analisi di sensibilità hanno suggerito che i risultati complessivi sono solidi.
Tuttavia, gli autori sottolineano le lacune nelle prove a lungo termine. La maggior parte degli studi erano a breve termine o trasversali, il che significa che non potevano rilevare esiti cronici come il cancro, la progressione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o gli eventi cardiovascolari. L’elevata eterogeneità nella segnalazione dei biomarcatori limita inoltre la precisione delle stime in pool.
Implicazioni per la riduzione del danno
Sebbene la revisione sottolinei che i prodotti del tabacco riscaldati non sono privi di rischi, le prove raccolte indicano un profilo di danni sostanzialmente inferiore rispetto alle sigarette a combustione. Le riduzioni dell’esposizione ai cancerogeni, dell’infiammazione sistemica e dello stress ossidativo, insieme a marcatori respiratori stabili o migliorati, suggeriscono differenze significative nell’impatto biologico.
Per i politici, i risultati forniscono ulteriori dettagli per le strategie di riduzione del danno rivolte agli adulti che fumano ma non smettono. Gli autori fanno notare, tuttavia, che le preoccupazioni relative al doppio uso, all’assunzione da parte dei giovani e alla variabilità del design dei prodotti fanno sì che la regolamentazione debba rimanere cauta e basata sulle prove.
La revisione conclude che gli HTP possono svolgere un ruolo nella riduzione del carico di malattie legate al fumo, ma richiede studi indipendenti e a lungo termine per chiarire il loro profilo di rischio completo e l’impatto sulla salute pubblica.
